Il Decreto Legislativo 152/2006 e smi obbliga le amministrazioni all’incremento della raccolta differenziata. L’articolo 205, comma 1 del Testo unico dell’Ambiente prevede che debba essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani in ogni ambito territoriale almeno del 65%.
L’ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nel Rapporto rifiuti Urbani 2016 ha redatto i dati, aggiornati all’anno 2015, sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale,
L’Italia tende a produrre sempre meno rifiuti. Nel 2015 sono stati 29,5 milioni di tonnellate i rifiuti urbani, facendo rilevare una riduzione di -0,4% rispetto al 2014 e un calo complessivo, rispetto al 2011, di quasi 1,9 milioni di tonnellate (-5,9%). A calare di più è il Centro Italia (-0,8%), che produce 6,6 milioni di tonnellate di rifiuti, mentre il Nord si mantiene sulla media nazionale (-0,4%) con un quantitativo prodotto pari a 13,7 milioni di tonnellate; al Sud la produzione si contrae dello 0,2% (9,2 milioni di tonnellate).
Nel Rapporto sono indicati i costi di gestione delle raccolte differenziate delle principali tipologie di materiali. In particolare, i costi specifici in eurocentesimi/kg, calcolati come medie nazionali, risultano, nel 2015, di 15,7 per la carta e cartone, 10,7 per il vetro, 16,5 per la plastica, 21,1 per la raccolta multimateriale, 10,6 per i metalli, 9,4 per il legno, 18,6 per i tessili, 22,1 per la frazione umida, 9,2 per la frazione verde, 38,3 per gli oli commestibili esausti, 33 per gli pneumatici usati, 18,1 per i RAEE (cioè apparecchiature elettriche ed elettroniche, come frigoriferi, lavatrici, condizionatori, lampade, pc) e 86,9 eurocentesimi/kg per le batterie e gli accumulatori esausti.
Nel 2015, la percentuale di raccolta differenziata raggiunge il 47,5% della produzione nazionale, testimoniando una crescita di + 2,3 punti rispetto al 2014 (45,2%), superando i 14 milioni di tonnellate. Nel Nord il quantitativo si attesta sopra le 8 milioni di tonnellate, nel Centro si arriva a 2,9 milioni di tonnellate e nel Sud a 3,1 milioni di tonnellate. Tali valori si traducono in percentuali, calcolate rispetto alla produzione totale dei rifiuti urbani di ciascuna macroarea, pari al 58,6% per le regioni settentrionali, al 43,8% per quelle del Centro e al 33,6% per le regioni del Mezzogiorno.
La tipologia di rifiuto che si raccoglie di più risulta la organica (umido e verde), che da sola rappresenta il 43,3% della raccolta differenziata in Italia. L’umido si attesta nel trend di crescita degli ultimi anni: nel 2015 ha superato i 6 milioni di tonnellate ed è aumentato del 6,1% rispetto al 2014. A livello nazionale ogni abitante raccoglie in media oltre 100 kg di frazione organica a testa. La seconda tipologia più raccolta in modo differenziato risulta la carta e il cartone (22,5% del totale). Poi, è il vetro la terza tipologia di rifiuti più differenziata, pari a 1,7 milioni di tonnellate, seguono poi plastica (1,2 milioni di tonnellate), legno (695 mila tonnellate), metallo (260 mila tonnellate) e rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche RAEE (223 mila tonnellate).
L’Italia può centrare l’obiettivo riciclaggio europeo, anche prima del 2020. La direttiva 2008/98/CE prevede un target del 50% da conseguire entro il 2020 per la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani. Secondo la metodologia di calcolo adottata dall’Italia oggi la percentuale si attesta al 46%. Uno dei motivi per cui la crescita della raccolta differenziata in Italia è stata fino ad oggi frenata è stata sicuramente la mancanza di impianti di smaltimento di FORSU di cui si riscontra un evidente bisogno. In quest’ottica, Bio2Gas interviene con i suoi servizi.